La Mostra
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EXPOARTE:
L’APPUNTAMENTO CON L’EMOZIONE DELL’ARTE

EXPO

Le mille suggestioni dell’arte moderna e contemporanea

Al Centro Fiera di Montichiari (Brescia), febbraio sarà il mese dell’arte e della bellezza. Per la quarta edizione di “EXPOARTE Città di Montichiari”, mostra d’arte moderna e contemporanea, l’appuntamento è infatti fissato per sabato 25 e domenica 26 febbraio 2023, con il vernissage programmato per venerdì 24 febbraio. L’evento è proposto in collaborazione con il direttore artistico Giovanni Zucca e sarà l’occasione perfetta per riannodare il filo con collezionisti e cultori d’arte moderna e contemporanea. L’edizione 2023, infatti, si annuncia ricca di novità e contenuti di grande interesse, grazie alla proposta di 60 gallerie provenienti da tutta Italia.

EXPOARTE, dunque, segna il ritorno tanto atteso nella cornice del Centro Fiera di Montichiari dell’arte e della bellezza. La visita in fiera sarà un viaggio denso di suggestioni nelle ultime tendenze dell’arte moderna e contemporanea. Grazie alla presenza di gallerie di assoluto prestigio, la mostra offrirà a cultori, collezionisti ed appassionati un’occasione unica per apprezzare le opere di artisti tra i più creativi e quotati del momento. EXPOARTE conferma il forte legame con l’arte del Centro Fiera di Montichiari. La mostra viene proposta in un territorio dalla vocazione profonda per le arti e la bellezza, con un pubblico di collezionisti e appassionati particolarmente attento sia alla riscoperta dell’antico che alle nuove tendenze.

I visitatori di EXPOARTE saranno accolti da due opere d’eccezione, proposte in collaborazione con la galleria GARE82. Nel foyer d’ingresso, infatti, troveranno spazio due sculture particolarmente suggestive, preludio ad una mostra che ha l’ambizione di stupire, emozionare e far riflettere. La prima, dal titolo “Omaggio a Colbert”, è un’opera di Stefano Bombardieri, artista bresciano che, assimilando la lezione di maestri come Umberto Boccioni e Giacomo Balla, ha sviluppato un approccio personale che indaga i temi del tempo e la percezione del dolore nella cultura occidentale. La scultura esposta nel foyer è un omaggio all’arte di Gregory Colbert che nel 1992 ha immortalato in una serie di scatti famosi animali esotici e giovani monaci.
La seconda opera che viene presentata nel foyer rimanda, invece, al genio di Michelangelo. La scultura intitolata “Senza pietà” è stata realizzata da Johan Friso, artista che sa rielaborare in una formula molto personale le principali correnti artistiche del Novecento, dal surrealismo al dadaismo, dalla pop art al concettuale. La scultura ritrae due scimpanzé, animali che nell’immaginario comune rimandano al primo stadio dell’evoluzione e sono quindi incapaci di provare sentimenti, ma che qui invece, in un ribaltamento di prospettiva, dimostrano un’empatia che talvolta gli esseri umani sembrano aver perduto.

L’appuntamento con la quarta edizione di EXPOARTE è al Centro Fiera di Montichiari sabato 25 e domenica 26 febbraio 2022 con apertura al pubblico dalle 10 alle 19. Venerdì 24 febbraio, a partire dalle ore 16.00, sarà proposto un vernissage/anteprima con taglio del nastro della mostra in programma alle ore 17.30.

OMAGGIO A COLBERT
Stefano Bombardieri

Omaggio a Colbert è un’opera nata come omaggio ad un grande fotografo, appunto Gregory Colbert che nel 1992 ha realizzato una serie di immagini straordinarie immortalando animali esotici e giovani monaci.
È stato detto che i suoi lavori sono semplicemente “finestre su un mondo in cui il silenzio e la pazienza governano il tempo”. Anche la mia ricerca parla del tempo e della sua percezione, il silenzio e la sospensione come momento introspettivo; è stato per me del tutto naturale dare tridimensionalità ad una delle immagini che maggiormente mi hanno colpito.
La scultura ha aggiunto all’immagine, già di per sé profondamente comunicativa, una nuova chiave di lettura e la possibilità di avere più punti di vista aggiungendo anche il tatto come senso stimolato, la dimensione monumentale permette di toccare quelle corde emotive più nascoste e profonde del nostro io spesso difficili da estrinsecare.
Stefano Bombardieri

Biografia
Stefano Bombardieri nasce a Brescia nel 1968. Figlio di scultore, è nel laboratorio del padre Remo Bombardieri che affina le sue conoscenze in ambito artistico attraverso la sperimentazione e l’uso di tecniche e materiali diversi, dapprima affiancandosi alla scultura figurativa fortemente influenzata dai Maestri del XX secolo come Umberto Boccioni e Giacomo Balla. In seguito, la sua ricerca sviluppa un approccio profondamente filosofico che lo porterà a concentrarsi su temi come il tempo e la sua percezione, l’uomo e il significato dell’esistenza e l’esperienza del dolore nella cultura occidentale.
Fin dagli anni Novanta lavora tra l’Italia e il resto del mondo, esponendo sia in gallerie che in spazi pubblici in importanti mostre personali e collettive.
Partecipa alla 52° Biennale di Venezia nel 2007, l’anno successivo realizza un’installazione permanente al Muro del Parco di Portofino mentre nel 2009 la mostra “The Animals Countdown” vede Pietrasanta invasa dai suoi monumentali animali. Nel 2011 partecipa alla 54° Biennale di Venezia e nel 2013 aderisce al gruppo “The Italian Wave” che lo porta ed esporre in Turchia, Grecia, Romania e Lituania.
L’artista lavora tra Italia, Francia, Svizzera, Germania, Inghilterra, Grecia, Libano, Giordania, Emirati Arabi, Stati Uniti e le sue opere si trovano in importanti collezioni in Italia e all’estero.

SENZA PIETÀ
Johan Friso

Riconosciuta come una delle opere più commoventi di Michelangelo, La Pietà è simbolo non solo della più pura spiritualità ma anche della più umana sofferenza, grazie alla profonda attenzione che lo scultore presta alla rappresentazione delle emozioni. È su queste che fa leva Johan Friso quando decide di appropriarsi dell’iconografia del capolavoro rinascimentale: la figura della Madonna e quella del Cristo morto sono sostituite da Friso con due scimpanzè, primati che nell’immaginario comune rappresentano lo stadio involuto dell’essere umano e – sempre nell’immaginario comune – in quanto animali, incapaci di provare ed esprimere sentimenti.
È, però, nel titolo Senza pietà che la riflessione a cui l’artista invita si apre chiaramente: siamo forse noi uomini contemporanei gli esseri senza più empatia, mentre gli animali ci ricordano l’umanità?

Biografia
Come Banksy, anche Johan Friso nasconde la propria identità. Omonimo di uno dei membri della casa reale olandese, di lui si sa ben poco: pare abbia origini belghe ma viva in Italia, più precisamente nella provincia di Brescia. A differenza dello street artist inglese, però, Friso non si nasconde per creare mistero intorno a sé ma perché per lui ciò che davvero deve essere conosciuta e riconosciuta è l’opera d’arte, non il suo creatore. La cittadina in cui vive gode di opere periodicamente donate dall’artista e disseminate da lui stesso su suolo pubblico che raccontano, con toni scanzonati e pop, la realtà di oggi, lanciando messaggi positivi che possano fungere anche da suggerimenti soprattutto per i più giovani.
Il suo lavoro, pur essendo fortemente caratterizzato e riconoscibile, è un cocktail perfetto delle principali correnti artistiche del Novecento, dal surrealismo al dadaismo, dalla pop art al concettuale, in cui non perde occasione per citare uno dei suoi artisti di riferimento: Maurizio Cattelan.
Johan Friso è uno street sculptor: ama realizzare opere che possano essere collocate in aree urbane, per strada appunto, a disposizione di tutti. La sua è un’arte per la collettività.

ASVERI 2023

Mostra collaterale a cura di COLOSSI ARTE CONTEMPORANEA

In occasione dell’edizione 2023 di “EXPOARTE Città di Montichiari”, la galleria Colossi Arte Contemporanea presenta una mostra monografica di Gianfranco Asveri in occasione dei suoi 75 anni dal titolo ASVERI 2023, comprendente quaranta opere inedite realizzate nel recente periodo dall’artista piacentino. L’artista realizza le sue opere ispirandosi a ciò che vede con i propri occhi nel contesto a lui circostante, quello delle verdi colline nella sua Val d’Arda; tuttavia lo stile esecutivo e la resa dei suoi lavori si rifà ad una visione infantile del mondo in modo da riuscire a comprimere lo spirito e l’essenza del significato trasmesso, senza passare dal filtro di una figurazione complessa, ma anzi raffigurando i soggetti in maniera semplice, nel contesto di colori vivaci e stesi sulla tela talvolta a campitura completa, ma sempre molto materica, addirittura mescolata a polvere di marmo.

Gianfranco Asveri nasce nel 1948 a Fiorenzuola d’Arda (PC) e da anni vive e lavora ai Gasperini, sulle colline piacentine, circondato dalla natura. Dopo aver trascorso un’infanzia difficile, Asveri si diploma in discipline tecnico-scientifiche, ma non compie alcuno specifico studio artistico, né frequenta accademie, caratterizzando il suo operato esclusivamente dalla sua forte pulsione e passione artistica. Comincia a dipingere nel 1969 approcciandosi ad una pittura dal linguaggio figurativo tradizionale, per poi affermare la sua forte identità artistica con un rilevante mutamento di stile e personalità pittorica. Infatti, a partire dagli anni ’80, l’artista cambia registro e si avvicina alla poetica dell’espressionismo dell’Art brut, corrente fondata dal pittore e scultore Jean Dubuffet al fine di indicare le produzioni artistiche realizzate da pazienti costretti in ospedali psichiatrici. L’Art Brut è un’arte fuori dalle norme estetiche convenzionali, un’arte spontanea, impermeabile alle pretese culturali e apparentemente senza riflessione alcuna. Nelle opere degli artisti di questa corrente, vigeva un senso di forte libertà, essi difatti non perseguivano riconoscimento e approvazione, ma si lasciavano guidare dal proprio istinto e la propria emotività. Tutto ciò lo si può notare e trovare nelle bizzarre raffigurazioni dei soggetti, nell’irrealistico uso del colore e nel gesto indipendente proprio degli artisti autodidatti. Asveri ne adotta il linguaggio e lo fa suo, rivoluzionando il proprio stile pittorico per passare da immagini facilmente e direttamente riferibili ad altre esperienze pittoriche, ad un’azione più istintiva e personale, ricca di colore e materia. Nelle opere dell’artista ritroviamo un lato più emotivo, affiancato da un carattere energetico, incisivo, sintetico ed estremamente espressivo. Tuttavia, l’anti-naturalismo delle sue rappresentazioni si scontra con un forte studio e un’altrettanto attenta osservazione del reale: Asveri riporta sulla tela gli animali e la natura che lui ama sopra ogni cosa, dedicandogli non solo dipinti, ma anche disegni e poesia. “Io dipingo quello che vedo aprendo la finestra di casa mia.” Tra le ultime mostre si segnalano: Animali senza fattoria, il fantastico mondo di Gianfranco Asveri, fanciullo pascolano o bambino birichino, Palazzo della Regione, Bologna; Ucci, ucci, Galleria d’arte contemporanea di Palazzo Ducale, Paullo nel Frignano, Modena; Opere 1991-2019, Galleria civica d’Arte Contemporanea, Viadana, Mantova; Cicon, a cura di Luciano Caprile, Palazzo Pretorio, Castell’Arquato, Piacenza.

ARTE
Orari
VENERDI 24 FEBBRAIO 2023: VERNISSAGE CON ANTEPRIMA: dalle 16 alle 19
SABATO 25 FEBBRAIO 2023: dalle 10 alle 19
DOMENICA 26 FEBBRAIO 2023: dalle 10 alle 19